Problemi relazionali

Come gestire le relazioni

Nelle relazioni con gli altri (nella coppia, in famiglia, sul lavoro, con gli amici) ciascuno di noi utilizza un copione relazionale che si è consolidato negli anni. Talvolta però il copione diventa disfunzionale, generando sofferenza, frustrazione, rabbia.

 

I tre principali copioni relazionali disfunzionali sono:

 

1) la cosiddetta "prostituzione relazionale", un'espressione (volutamente provocatoria) coniata da Giorgio Nardone. La persona cosiddetta "prostituta relazionale" può essere di genere maschile o femminile e ha sviluppato negli anni un copione relazionale caratterizzato dall'eccesso di disponibilità ed accondiscendenza verso gli altri: è più importante rispondere ai bisogni altrui che ai propri, al punto che il soggetto in questione può arrivare a non riconoscere più quali siano i propri bisogni. Inutile specificare la sua pressoché totale incapacità di dire no. Purtroppo sono persone che vengono spesso amate per quello che fanno e non per quello che sono, perciò sono destinate a vivere le relazioni in modo sbilanciato: danno molto, ricevono poco. Col passare del tempo, gli altri si abituano a questa modalità relazionale e quindi si rivolgono alla persona cosiddetta "prostituta relazionale" solo quando hanno bisogno di qualcosa (favori, aiuto, sfogo, ascolto, comprensione). Si crea una dinamica circolare di eccesso di disponibilità da una parte ed opportunismo dall'altra.

 

2) La "sindrome della crocerossina" può colpire sia gli uomini che le donne, anche se è più frequente in queste ultime. La crocerossina, mossa dall'idea del "io ti salvero!", mette in atto continuamente comportamenti accudenti e protettivi, che generano compiacimento non solo nell'altro ma anche per sé. Il piacere è di essere indispensabili ed insostituibili: la crocerossina si sente in equilibrio solo aiutando l'altro, perché è ciò che le daà valore. Chiaramente la crocerossina esiste solo se esiste un altro bisognoso da curare ed accudire. La dinamica è circolare e ben presto si instaura una co-dipendenza, un vero e proprio doppio legame patologico.

 

3) Il "legame indispensabile" è quella forma di relazione in cui una persona si adegua totalmente alle esigenze del partner, ignorando i propri bisogni e valorizzando sollo quelli dell'altro: "Con te sto male ma senza di te sto peggio". L'obiettivo è il mantenimento della relazione, costi quel che costi: eccessivamente disponibile, costantemente accomodante. Questa forma di dipendenza relazionale si associa ad una continua ricerca di rassicurazioni, a vari tentativi di controllo della relazione, a gelosia patologica che sconfina fino agli "equivoci like" sui social. Ben presto l'impossibilità di pensare alla propria autonomia diventa reciproca: non è più solo il partner bisognoso di attenzioni a dipendere dall'altro ma è anche l'altro che, fornendo le rassicurazioni richieste, alimenta il circolo vizioso. Il legame indispensabile è spesso alla base delle relazioni complementari e di quelle in cui si instaura la dinamica "vittima-aguzzino": per entrambi non c'è cosa peggiore dell'abbandono.

 

"Chi si rende tappetino, non può che essere calpestato"

 

Per uscire dalle tre condizioni sopra elencate, esistono protocolli di intervento specifici che permettono alla persona, in tempi relativamente brevi, di modificare il proprio copione relazionale e vivere le relazioni con sé stessa, con gli altri e con il mondo in modo più sano.