Ansia, panico, fobie

Il modello breve strategico è ad oggi considerato la “best practice” per il trattamento di fobie, ansia, panico, con il 95% dei casi risolti con una media di sole 7 sedute.

La paura è un'emozione primaria e svolge una funzione essenziale per la sopravvivenza dell’essere umano. Tuttavia, quando supera una certa soglia, si trasforma da risorsa a limite, da amica a nemica.

 

I disturbi che rientrano in questa categoria sono: 

 

1) Attacchi di panico

Il panico viene considerato come la forma più estrema della paura.
L'attacco di panico è un attacco di ansia breve ma intenso, caratterizzato dalla paura di morire paura di perdere il controllo.
La persona risponde a questa esperienza folgorante con tentate soluzioni che, anziché risolvere il problema, lo mantengono e lo aumentano: 
tentativo di controllo della paura e delle sue manifestazioni fisiologiche; 
- evitamento delle situazioni potenzialmente pericolose; 
- richiesta di aiuto, talvolta fino alla dipendenza dagli altri.
 

 

2) Fobie specifiche

Quando la paura patologica si riferisce ad uno specifico oggetto (ad es. animali, altezza, aereo, macchina, parlare in pubblico, ecc), si parla di fobia specifica.
Le principali tentate soluzioni messe in atto da chi ne soffre e che, anziché risolvere il problema, lo mantengono e lo complicano, sono: 
- socializzare la paura, ovvero parlarne spesso; 
- evitamento dell’oggetto temuto; 
- richiesta di aiuto di fronte all'oggetto fobico.

 

 

3) Disturbo d’ansia generalizzato

La persona con disturbo d’ansia generalizzato è ansiosa in riferimento a diverse possibilità. Le più frequenti sono:
- paura che possano accadere eventi “catastrofici” al di fuori del proprio controllo. Evitandoli, la persona vive al minimo delle proprie potenzialità;
- paura delle conseguenze delle proprie azioni e quindi la persona agisce al minimo delle proprie capacità, nel timore di non fare la cosa giusta;
- il timore di essere rifiutata nelle relazioni, che spinge la persona ad evitare il contatto con gli altri, aumentando la sfiducia nei confronti di se stessa e degli altri e, di fatto, non vivere al massimo delle proprie potenzialità.

 

 

4) Disturbo post-traumatico
da stress

Dopo uno o più eventi vissuti come particolarmente stressanti, la persona può sviluppare un DPTS. Nello specifico la persona continua a rivivere l'esperienza traumatica mediante flashback, ricordi, incubi e, di fatto, diventa incapace di vivere spontaneamente nel presente e di progettare per il futuro.
Le tentate soluzioni più frequenti che mantengono il problema sono: 
- tentativo di scacciare i pensieri e/o di pensare ad altro; 
- parlare continuamente dell’accaduto o, al contrario, negare l’evento.
 

 

5) Fobia sociale

Rientrano in questa problematica le persone che si sentono continuamente giudicate e sotto la lente di ingrandimento da parte di:
- altri specifici (ad es. genitori, amici, datore di lavoro, collega di lavoro, vicini di casa invidiosi, ecc.);
- qualsiasi persona, anche sconosciuti.

 

In entrambi i casi, le tentate soluzioni adottate che mantengono il problema generalmente sono: 

- evitamento del contatto;

- ricerca dello scontro.

 

6) Patofobia

La patofobia è la paura di aver contratto o di poter contrarre una specifica malattia. In genere la persona risponde a questa paura:

- effettuando ripetuti controlli medici;

evitando le situazioni potenzialmente pericolose;

- parlando continuamente della propria condizione.

 

7) Ipocondria

L'ipocondria è anch'essa la paura di aver contratto o di poter contrarre le malattie. Si differenzia dalla patofobia perché la paura non è rivolta ad una malattia specifica ma a più di una, pertanto si osserva la cosiddetta migrazione dei sintomi

In genere la persona risponde a questa paura:

- effettuando ripetuti controlli medici che non riescono mai ad annullare la paura originaria;

evitando le situazioni potenzialmente pericolose;

parlando continuamente della propria condizione.